Agner - Via Jori
Circa 1.600 m di sviluppo, V+.
Nessun luogo in Dolomiti mi affascina quanto la Valle di San Lucano e in particolare il gruppo dell'Agner. L'immensa parete Nord del Monte Agner si eleva per oltre 1.500 metri, risultando la più alta delle Dolomiti. Questo colosso non attira di certo le masse degli arrampicatori moderni, così sulle sue pareti si può ancora vivere un'alpinismo dolomitico d'avventura.
A mio parere l'avventura che si vive scalando nel cuore di un colosso del genere va decisamente oltre la bellezza della roccia, che comunque non è particolarmente cattiva ed anzi, in alcuni tratti anche molto bella(vedi foto). Le dimensioni sono difficilmente descrivibili, ad esempio nel tratto iniziale ad un certo punto ci si ritrova a scalare su un pilastro, che, ovunque in Dolomiti potrebbe già di per se fare una grande parete, ma sulla nord dell'Agner è semplicemente il bordo di un'enorme camino! Dalla nord dell'Agner persino il gigantesco Spiz di Lagunaz con il suo famoso Diedro Casarotto appaiono piccoli e insignificanti.
Via salita in giornata l'8 agosto 2016 con Francesco Cancarini partendo direttamente dalla macchina e non dal Bivacco Cozzolino. I lunghi tratti facili li abbiamo fatti in conserva, adoperando i t-block per procedere in sicurezza. In questo modo siamo riusciti ad essere estremamente veloci ed efficaci, facendo in tutto soltanto una quindicina di tiri singoli, piuttosto che gli oltre 40 che sarebbero stati necessari senza questo stratagemma.
Abbiamo usato una vaga relazione presente sulla vecchia guida Pale di San Martino 200 arrampicate scelte, di Claudio Cima, decisamente poco chiara, ma data la logicità della linea, più che sufficiente.
Note: Pochissimo materiale lungo la via, rari chiodi e soste quasi sempre da attrezzare.
Le difficoltà nei tiri più impegnativi vengono valutate tra il V e V+, ma attenzione, i gradi sono estremamente severi. Quando un paio di settimane dopo questa via ho fatto Tempi Moderni in Marmolada, alcuni settimi erano paragonabili ai quinti della Jori! Piccolo aneddoto a proposito: ci siamo legati solo dopo aver salito slegati lo zoccolo iniziale, e Francesco, mentre scalava da capocordata il primo vero tiro di corda, in un liscio camino, era fermamente convinto di aver sbagliato via! Era così difficile da sembrargli impossibile di scalare su un semplice quinto! Davvero incredibile pensare che sia stata aperta nel lontanissimo 1921 con sicura a spalla!
Quasi all'attacco della via circondati da enormi pareti
Roccia a tratti superlativa!
Ormai in alto, una netta gola sembra portare facilmente in vetta. Solo un'illusione in quanto il tratto nei camini al suo interno è il più impegnativo e continuo della via.
L'abisso di oltre 1.500 m
L'ombra del gigante proiettata dal sole al tramonto. Spettacolo unico.