
Mandrea - Via Fiore di Corallo
Circa 350 m di sviluppo, VII, VIII- e A0, oppure 7b il tiro chiave in libera.
Autentico capolavoro, in assoluto, tra quelle in stile classico, indubbiamente una delle più belle vie in Valle del Sarca. Una linea perfetta ed elegante, che su una parete repulsivamente strapiombante, tiro dopo tiro, segue la logica naturale di una fessura. Roccia sempre bellissima, prima solide fessure, poi in alto addirittura tratti su cannette, tutto sempre senza la forzatura di chiodi a pressione o spit, ma seguendo le forme della roccia con estrema logicità. Tanto di cappello agli apritori(M. Giordani,F.Zenatti,G.Manica 1983).
Via particolarmente fisica, sopratutto il terzo tiro(quello della volta), gonfia inesorabilmente le braccia, in libera un severo 6c+ su una difficile fessura interamente da proteggere a friend. Risulta più agevole il settimo tiro, io l'ho fatto in libera aggirando il "naso" strapiombante sulla sua sinistra, mentre la via andrebbe a prendere un chiodo nascosto a destra dietro il "naso" strapiombante. Piazzando due ottimi friend, con un piccolo run out(ma le protezioni sono davvero ottime), si scala su bellissima roccia a cannette, ricongiungendosi con i chiodi sopra il naso, per poi proseguire in sosta. In questo modo le difficoltà complessive di tutta la lunghezza non superano il 6c.
Consiglio vivamente di abbondare con i friend se ci si vuole proteggere adeguatamente(al di là del livello che ognuno ha), raddoppiare almeno dal grigio piccolo(0.75 BD) al blu grande (3 BD), utile anche un 4 BD, poi dipende sempre da come e quanto si è abituati a proteggesi. Io in alcuni tiri partivo con l'imbrago pieno, e arrivavo in sosta senza più friend ...
Via fatta due volte, la prima il 05/04/2017 con Daniele Pasqualetto, a comando alternato, scalando tutti i tiri in libera ad esclusione dell'ottavo, non riuscito a Daniele(sarebbe stato 7b). La seconda volta con Ida Parisi il 17/05/2018,
Purtroppo anche in questa via sono state spittate le soste, il che mi ha rovinato il piacere di salire questo capolavoro. La mia idea è che, invece di omologare la valle, dobbiamo preservarla, mantenere le vie storiche come sono nate. Polemiche e discorsi fatti e rifatti, che ormai stuferanno anche, ma la mia più che una crociata contro lo spit, vorrebbe evidenziare come ognuno di noi il diritto di arrampicare nel modo e nello stile che vuole. Dunque va preservata la diversità, va dato spazio a tutti, senza escludere nessuno, altrimenti si crea un gioco destinato a soddisfare alcuni ed escludere altri. Io questo non lo trovo giusto, per me ci devono essere vie spittate, vie miste e vie senza spit di tutte le difficoltà. La valle ormai è piena di itinerari "misti" o interamente spittati, dunque non mi sembra di sparare sulla croce rossa chiedendo che quantomeno certe vie rimangano come sono nate.

Il caratteristico albero da salire per poter partire sul primo tiro.















Roccia bellissima e solida fino alla fine.