Spiz d'Agner Nord - Gran Diedro Castiglioni/Detassis

Senza considerate zoccolo e uscita in cima, circa 800 metri solo il diedro; VII- max. 

Indimenticabile avventura nel cuore di una parete remota, su una roccia calcarea molto bella e solida. Difatti, qualcuno dei (pochi) ripetitori, vocifera che si tratta del diedro più bello delle Dolomiti. La roccia è generalmente di un calcare bianco lucido a reglette e crivellato di buchi. Mentre ogni tanto sulla faccia sinistra del diedro compare la roccia grigia a buchi tipica della Marmolada. Con una roccia del genere, ricca di buchi e prese, anche i tiri in camino erano sempre uno piacevoli.

Con Alessandro Bonapace abbiamo effettuato questa salita in tre giornate totali, ovvero il 4, il 5 ed il 6 settembre 2020. Tutto il necessario era nei nostri zaini, si faceva sentire soprattutto il peso dell'acqua, ne abbiamo dovuto portare in abbondanza, visto che non si trova mai lungo tutto il percorso. Il pomeriggio del primo giorno abbiamo salito lo zoccolo e raggiunto la grande conca ai piedi della parete nord, dove ci siamo scavati una piazzola sotto un masso e abbiamo bivaccato. Il secondo giorno, terminata la via, abbiamo fatto un secondo bivacco appena sotto la cima, illuminata dalla luna piena e sopra un "mare" di nuvole. Il terzo giorno siamo scesi fino alla macchina.

Note
Una volta individuato l'attacco della via, non serve relazione, basta seguire il grande diedro. Non si trovano quasi chiodi lungo la via, ma ogni tanto se ne vedono un paio fuori dalla fessura principale che vanno ignorati(probabilmente di un'altra via). In alto, il tiro del tetto, che porta fuori dalle difficoltà, ha più chiodi di quanti se ne trovano nel resto della via. Noi avevamo una serie di friend fino al 4, doppiando il rosso ed il giallo, più una mazzetta di tricam, svariati chiodi e numerosi cordini per clessidre e spuntoni. Tutte le soste le abbiamo attrezzato con protezioni veloci, se ne trovano solo due già attrezzate, ma sono piuttosto malmesse. I tricam non sono indispensabili, ma visti i numerosissimi buchetti, sono molto utili quando si vuole risparmiare qualche friend da usare magari più avanti nel tiro. Non abbiamo mai usato chiodi e martello, ma io consiglierei di portarli comunque 
Per chi non conosce la zona, calcolare circa 5 ore dalla macchina all'attacco. Ognuno può gestirsi la logistica come vuole, ma un bivacco è necessario, quindi il mio consiglio è prendersi margine di tempo per l'avvicinamento e portarsi più possibile vicino all'attacco. Oltre alla piazzola che ci siamo fatti noi nella grande conca, poco prima, dove attacca lo Spigolo Susatti, ci sono altre due piccole piazzole dove poter bivaccare. Ma in questo caso il giorno dopo bisognerà fare un tiro di quarto e scendere nella conca per completare l'avvicinamento. Altra possibilità è quella di iniziare a scalare già il primo giorno, sulla prima parte della via c'è qualche posto dove poter bivaccare comodamente.
Noi avevamo un sacco a pelo ed un materassino in due, il primo scalava con un piccolo zainetto leggero, per non sovraccaricare troppo il secondo di cordata, che portava comunque la maggior parte dei pesi. Ogni tre tiri ci cambiavamo al comando della cordata, con due zaini era più pratico fare così.

Il nuovo guado del Torrente Tegnàs, dopo che Vaia ha distrutto il ponte

A 1500 metri di quota la neve resiste, e siamo a settembre!

Passaggino placcoso poco prima del traverso in cengia

Calata in doppia

Un tiro di corda completa l'avvicinamento, portando sul crinale da dove si scende brevemente fino alla grande conca sotto la parete

Sul crinale

Primo tiro, sullo sfondo lo Spigolo Nord dell'Agner


Il tiro più bello della via

Il tiro chiave, completamente bagnato

Il secondo bivacco, con la luna piena e il mare di nuvole

Alba

In discesa