Ortles-Monte Zebrù-Gran Zebrù: concatenamento in solitaria.

3.200 m di dislivello; 32 km IV+ su roccia 45 su ghiaccio. 14 ore

Il 10 luglio 2019 ho concatenato da solo il trittico Ortles(3.905), Monte Zebrù(3.735) e Gran Zebrù(3.857) in 14 ore con partenza e rientro a Solda.
Sono partito la mattina alle sei in punto da Solda, Salito sull'Ortles dall'Hintergrat; sceso dalla Hochjochgrat al Bivacco Città di Cantù(Passo del Giogo Alto); salito la normale al Monte Zebrù; sceso dalla cresta sud est al Passo di Solda, Salito la Suldengrat al Gran Zebrù, sceso dalla normale ed infine ancora su al Rif. Casati e giù nuovamente a Solda. Un totale di 3.200 metri di dislivello e 32 km, affrontando difficoltà massime di IV+ su roccia e 45° su ghiaccio. Ho arrampicato in su ed in giù lungo tutto il percorso tranne due calate obbligatorie: la prima dal gendarme della Hintergrat, e la seconda dall'ultimo gendarme della cresta sud est del Monte Zebrù, nei pressi del Passo di Solda. 
Proprio quest'ultimo tratto è stato il passaggio chiave della traversata. La roccia in quel gendarme è veramente marcia anche per i miei standard, non più dolomia come il resto della cresta, ma a tratti presenta una roccia metamorfica dal colore del carbone, che purtroppo ha anche la consistenza del carbone(!) ... Negli anni si sta lentamente sfaldando, ho trovato una sosta intera caduta, il che vuol dire che la roccia a cui era attaccata si è letteralmente sbriciolata. Ho perso un po' tempo per venirne a capo, dopo una prima calata che non ha portato a nulla, sono dovuto risalire e cercare un'altra soluzione. Sono andato avanti quasi al termine del gendarme, dove ho attrezzato una nuova calata su un grosso spuntone che si è rivelata l'intuizione risolutiva. 
Il giro si è rivelato veramente emozionante, sempre sul filo di cresta, una cavalcata mozzafiato lungo tutte le tre montagne. Inoltre molto selvaggio rispetto alle classiche creste delle Alpi, solo sulla frequentata Hintergrat all'Ortles ho incontrato altre persone. Per me il percorso era tutto nuovo tranne la Suldengrat e la discesa dalla normale del Gran Zebrù che già avevo fatto negli anni passati, dunque il dover scoprire gran parte del percorse è stato molto affascinante. Visto che l'estetica per me è alla base di questi giro, ho scelto di salire il bellissimo gendarme della Hintergrat che solitamente viene aggirato.
Infine è stato il primo giro lungo in montagna, un mese e 10 giorni dopo l'operazione all'appendicite, questa stata sicuramente la gioia più grande. Poco importa se corpo e forma fisica non sono ancora tornato al 100%.

Avevo uno zaino da 20 litri con: 3 litri di acqua; 5 gel; 3 barrette; una luganega, un pezzettino di pane; guscio in goretex; cordino in kevlar da 50 m; 3 girospalla in kevlar; 3 chiodi da roccia; 1 vite da ghiaccio; cordino da abbandono(usato interamente per attrezzare la sosta sul gendarme marcio); ramponi; una picca; 3 ghiere; 1 discensore; coppia di bastoncini. 

Il profilo delle tre montagne viste nelle vicinanze della Hintergrathütte. Tutto il percorso sarà a fil di cielo sul filo di cresta ben visibile in questa foto.


Sulla Hintergrat, la prima tappa della traversata

Nei presso della vetta dell'Ortles, dove ho incontrato le uniche persone di tutto il giro, che mi hanno scattato questa foto

La bellissima Hochjochgrat con i suoi gendarmi, da percorrere tutti sul filo di cresta.

Il Bivacco città di Cantù al Passo del Giogo Alto

In vetta al Monte Zebrù, con dietro il Gran Zebrù, la prossima meta

Ben visibile dalla vetta l'Ortles con le creste Hintergrat(in salita) ed Hochjochgrat(in discesa) appena percorse

Tratto finale della Suldengrat sul Gran Zebrù. Condizioni molto secche.

In vetta al Gran Zebrù, ultima cima del giro.

Vetta del Gran Zebrù e dietro ben visibile gran parte dell'itinerario percorso..

Purtroppo, nonostante quest'anno più in basso ci sia ancora tante neve, gli effetti del riscaldamento globale sono impietosi sulla parte alta del Gran Zebrù...

In discesa, un ultimo sguardo al bellissimo trio.