Chi sono

Mi chiamo Emanuele, sono un A. Guida Alpina, ho 32 anni ed abito vicino Trento, a pochi passi dalle Dolomiti. Frequento assiduamente la montagna da quando avevo vent'anni e in questo sito ho riportato una selezione di ascensioni dalle quali ho tratto maggiori soddisfazioni. Nel frattempo avevo anche intrapreso il percorso per diventare Guida Alpina, completando i corsi di formazione con il Collegio Guide Alpine del Trentino a settembre 2025. Dunque adesso sono pronto a mettere a disposizione la mia esperienza da alpinista e accompagnare in montagna chiunque ne avesse il pacere. Che siano una delle ascensioni da me compiute e riportate su questo sito, o una qualsiasi altra richiesta, non esitate a contattarmi. Faccio base a Trento, ma sono pronto a muovermi ovunque per accogliere proposte e richieste.
Come potrete osservare navigando tra le pagine del sito, negli anni la mia attività alpinistica spazia tra l'alta montagna classica, le vie di ghiaccio e misto, la vie di roccia in Dolomiti ed in Valle del Sarca e naturalmente l'immancabile scialpinismo. Pieno di passione ed entusiasmo, sarò felice di accompagnarvi in ognuno di questi terreni.

Per quanto riguarda il mio lavoro da guida, presto il sito sarà ampliato con proposte e programmi. Datemi un po' di tempo per organizzarlo ed aggiornarlo, dato che la nomina è fresca ... 


Per quanto riguarda la mia attività personale in montagna (quindi fuori dal contesto di A. Guida Alpina), la mia avversione per il sole ed il caldo mi ha portato negli anni a prediligere lo scalare vie di misto in alta montagna, possibilmente esposte sulle ombrose pareti nord. Negli anni ho finito nello specializzarmi in quella scalata che in inglese viene chiamata alpine climbing, o ancora più specificamente nel mio caso, visto che prediligo scalare con le picche durante le stagioni fredde e non d'estate con scarpette e magnesio, mixed alpine climbing.

Per me lo stile è tutto. Considero un'arrampicata senza un buon stile, un'attività fisica completamente insignificante. Quando apro o ripeto una via, cerco sempre di lasciare la montagna pulita come era prima del mio passaggio, ovvero non abbandonando materiale in parete, ne lungo i tiri e ne alle soste, sforzandomi di recuperare tutte le protezioni, poi purtroppo ogni tanto un dado incastrato o un chiodo troppo ben piantato è inevitabile che rimangano in parete, ma non è mai una cosa voluta. La mia idea è sempre la seguente: ciò che ci portiamo da casa, torna con noi a casa.

A me fa piacere se le vie che apro vengano ripetute, l'importante è che chi lo faccia abbia rispetto dello stile di apertura, non lasciando ulteriore materiale in parete, a meno che non sia strettamente necessario come nel caso di una ritirata o altri problemi. Questo vale adesso, come tra un millennio, il rispetto dello stile di apertura non va mai calpestato. Quindi non solo non dovranno mai essere aggiunti spit alle vie che apro, ma neanche chiodi, cordoni o altro materiale "classico". Grazie.

La mia idea quando affronto una salita è estremamente semplice: tutto ciò di cui ho bisogno per affrontarla, devo essere in grado di portarlo sulle spalle, dentro lo zaino. Se dovessi aver bisogno di "aiutini", vuol dire che è un qualcosa di troppo grande per me e rinuncio. In nessun caso sono disposto a cedere sullo stile, piuttosto lascio la salita ad altri più bravi di me o alla generazioni future. Sul libro No Easy Way di Mick Fowler, ho trovato questa frase, che riassume alla perfezione la mia idea: <<Non solo gli spit danneggiano le montagna e spostano gli equilibri della riuscita, ma mandano un arrogante messaggio del tipo "se io non posso farcela senza barare, allora non ce la farai nemmeno tu" alle generazioni future>>.